La distanza tra me e il ciliegio: la storia di Mafalda e del suo rifugio sull’albero
Paola Peretti è una giovane autrice che con il suo libro di esordio, La distanza tra me e il ciliegio, ha conquistato, in ben 24 Paesi, più di 500 mila giovanissimi lettori. Ora arriva tra le mani dei bambini italiani, insieme al suo seguito Io, Filippo e l'abero di ciliegio, nella bellissima edizione nella collana Biblioteca Junior. A Paola abbiamo posto alcune domande.
Chi è Mafalda, la protagonista dei tuoi romanzi?
Non posso che rispondere che Mafalda è la mia anima. Soffre della mia stessa patologia (una gravissima malattia agli occhi) e così mi sono messa nei suoi panni - è una bambina di 9 anni - e ho raccontato attraverso di lei quello che a me è capitato negli anni dell’adolescenza. Credo di aver scelto una protagonista così piccola perché se la voce fosse stata quella di una teenager sarebbe stata piena di rabbia. Quella di Mafalda mi sembrava più dolce e in grado di alleggerire un argomento di per sé è molto drammatico.
Mafalda fa delle liste, di cosa esattamente?
Mafalda sa che perderà la vista e sa che accadrà nel giro di pochi mesi. Così ha creato un elenco di tutte quelle cose a cui tiene moltissimo e che progressivamente non riesce più a fare. Col tempo comprenderà che è meglio concentrarsi invece su quelle che riesce ancora a fare, trovando strategie alternative. Per esempio, lei è convinta che sia necessario leggere lo spartito per suonare il pianoforte. Ma non è così: bisogna affinare altre abilità, come l’orecchio o l’istinto.
Insomma, se hai un ostacolo davanti a te ci puoi andare a sbattere, oppure?
Oppure si può imparare a chiedere aiuto, a non provare vergogna rispetto a chi si è, alle difficoltà che si hanno. Ecco, nel romanzo si parla molto anche di vergogna, perché non è facile sentirsi imbranati, inadeguati e goffi, come capita a Mafalda.
Dunque, questo non è solo un libro solo sulla disabilità?
Hai ragione, in effetti non lo è. Penso che sia un libro che parli un po’ a tutti noi perché nessuno ha una vita perfetta. Mafalda ci può dare una mano a capire che non siamo soli, che siamo tutti sulla stessa barca. È normale avere paura quando ci sono momenti di crisi, ma solo attraverso le crisi si possono capire tante cose su di sé e sul mondo. Se ne esce magari un po’ ammaccati, ma più forti.
I tuoi libri fanno più piangere o più ridere?
Spero proprio che facciano anche ridere, perché Mafalda è una bambina molto spiritosa e originale. Certo la sua storia ha degli aspetti molto drammatici, ma vive molte avventure buffe e soprattutto è capace di trovare il lato ironico e divertente di molti aspetti della sua vita. Proprio come cerco di fare io.
La storia di Mafalda continua, nel secondo romanzo, intitolato Io, Filippo e l'albero di ciliegio. Nuove sfide, nuovi incontri attendono questa ragazzina davvero speciale.