Fabrizio Biggio: il suo omino nel naso fa sorridere e pensare

Fabrizio Biggio: il suo omino nel naso fa sorridere e pensare

Fabrizio Biggio è proprio come i suoi libri: spiritoso, garbato, entusiasmante e profondo.
Lo avevamo conosciuto quando ci raccontò del suo primo libro che ha conquistato immediatamente tanti lettori di ogni età. Ora torna con un nuovo romanzo di cui, anche questa volta ha realizzato sia il testo che le illustrazioni: L'incredibile storia dell'omino nel naso.


Dì la verità, ci hai preso gusto! Dopo la l’incredibile storia della bambina nata come un fiore, è il turno di un omino, protagonista del tuo nuovo libro. Parlaci un po’ di lui.


L’omino, così come la bambina del primo libro, è nato da una visione: un giorno mi sono immaginato - non ho idea del perché - un omino che esce dal naso, e questa immagine mi ha divertito e intrigato. Da lì ho cominciato a chiedermi perché mi fosse balenata in testa questa situazione così assurda. Ho cercato di immaginarmi i motivi per cui questo omino uscisse dal naso di un ragazzino. E ho pensato che forse l’omino viveva da sempre nel cervello di un undicenne di nome Saverio e che uscisse per protestare: nel cervello adesso non c’era più posto. Era pieno di tutti i pensieri che ha un ragazzino di 11 anni. È così che ho scritto le avventure dell’omino nel naso che, insieme a Saverio, cerca di sgombrare da pensieri e problemi il cervello che lo ospita in modo da avere di nuovo spazio per vivere. Ci riuscirà? Chi lo sa.


La vita di Saverio è diventata all’improvviso molto complicata. Cosa gli è successo?


Nel giorno in cui l’omino esce dal suo naso, a Saverio sta succedendo un qualcosa che nella vita di un essere umano è inevitabile: sta perdendo la spensieratezza di quand’era bambino. I pensieri di un bambino sono pochi e semplici, non ci sono preoccupazioni, aspettative, e forse neanche grandi sogni e speranze per il futuro. Da bambini credo si viva alla giornata, pensando solo a quello che ti può rendere felice sul momento. Saverio invece si sta accorgendo che i suoi pensieri sono sempre di più, sempre più complicati, e a volte anche assurdi e l’omino, in qualche modo, è proprio la metafora di questo grande cambiamento della vita.


Il tuo libro parla di crescita e di cambiamenti. Qual è la chiave per affrontare le difficoltà che incontrano le ragazze e i ragazzi quando l’infanzia “comincia a finire”?


Io non sono certo un pedagogo e non ho una risposta su come gestire il passaggio alla pubertà. Da genitore posso dire che, secondo me, non bisogna avere paura di lasciarli sbagliare, non bisogna cercare di proteggerli ad ogni costo dai problemi e le difficoltà della vita. Bisogna dare loro la sicurezza che noi ci siamo sempre e comunque, ma bisogna anche rendersi conto che cominciano ad avere i mezzi per risolversi le loro paturnie da soli e anzi forse così facendo crescono meglio.


La tua “bambina” è nata da una storia che raccontavi ai tuoi figli. Come hanno accolto Saverio e l’omino?

 

Dal primo libro al secondo sono passati quattro anni e i miei figli sono un po’ cresciuti, anzi sono nella piena adolescenza. Non è stato facile quindi riuscire a fargli leggere il mio secondo libro, ma alla fine mi sono imposto e li ho praticamente obbligati. A loro è piaciuto e se lo sono letti in un pomeriggio, ma forse il loro parere non conta perché sono il papà. Ho perciò chiesto a mia moglie, che non si fa problemi e mi dice se una cosa non le va - a volte preferirei che mentisse! Mi ha detto che le è piaciuto molto e che ci ha trovato dentro tutte le cose che sa che io ho dentro, perché mi conosce bene. Spero che non abbia mentito per la prima volta.

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