Giulia Modugno: "La discendente del ladro" è un sogno che si avvera.

Giulia Modugno: "La discendente del ladro" è un sogno che si avvera.

Giulia Modugno, classe 1996, i libri li ama, li legge e li racconta da sempre. Lettrice accanita e BookToker molto influente, con il suo romantasy La discendente del ladro, diventa scrittrice.

 

Il suo primo libro appassiona, diverte, emoziona, avvince e convince. L'abbiamo incontrata e le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa in più sul percorso che l'ha condotta alla pubblicazione del suo romanzo. 

 

 

 

Devo confessare che ho scritto questa storia ben due volte, ma in forme del tutto diverse. Quello della prima stesura era un romanzo corale che avevo strutturato come il primo di una lunga serie. C’erano molti più personaggi e molti più luoghi, ma non mi ci ritrovavo moltissimo. E la piega che stava prendendo era lontana dalla storia che volevo raccontare. Perciò l’ho abbandonato e qualche anno dopo l’ho ripreso per dargli tutto un altro tono, rivoluzionandolo quasi del tutto. L’idea, poi, mi è venuta con una frase che ho sognato: “Perché sei riuscita a fermare il mio cuore con uno sguardo”. È partito proprio tutto da lì.

 

Parlaci un po' del worldbuilding del romanzo. Com’è strutturato e qual è stata l’ispirazione dietro la sua creazione?

 

Sono cresciuta accompagnata da fantasy come “Cronache del mondo emerso” e “Harry Potter”, perciò immagino che si senta l’influenza di queste due grandi storie. Avevo quindi bisogno di un’accademia, di draghi e di creature tipiche del fantasy. Poi ho iniziato a leggere storie più “adulte” e cruente come “Nevernight” di Jay Kristoff, di conseguenza sentivo la necessità di una protagonista molto lontana dall’idea di fanciulla in pericolo. Negli ultimi anni mi sono innamorata dei romantasy, perciò non ho potuto fare a meno di inserire una storia d’amore, che però è anche tanto una storia di amicizia. Possiamo quindi dire che “La discendente del ladro” sia il frutto della me lettrice che ha voluto mettere insieme tutti quegli elementi che ha sempre cercato in un fantasy.

 

Nailyn è una protagonista forte e determinata. Quanto c’è di te in questo personaggio? Ti sei immedesimata in lei durante il processo di scrittura?

 

Mi sono immedesimata in tutti i personaggi. Credo sia l’unico modo per renderli reali e tridimensionali. Ma forse con la protagonista mi sono impegnata di più. Di me in lei c’è principalmente la forza di volontà. Più che un mio riflesso, Nailyn è quello che aspiro a essere. Eccetto che per l’istinto omicida, ovviamente.

 

Nel tuo romanzo la protagonista è al centro di un intenso triangolo amoroso tra l’amico d’infanzia Jak e il misterioso e affascinante Reywind. E tu sei più team Jak o team Reywind?

 

Non è facile scegliere. Ho amato profondamente scrivere di entrambi. Ma in cuor mio so di essere sempre stata team Jak.

 

Quali sono state le emozioni che hanno accompagnato la sua pubblicazione?

 

Prima di firmare con Giunti, sono stata colta da più momenti di sconforto. Tanto che, non riuscendo a trovare un editore adatto a questa storia, avevo persino pensato di autopubblicarmi. Poi però è successo il miracolo e da lì è stato tutto un alternarsi di euforia, preoccupazione, felicità e speranza. È stato un bellissimo percorso!

 

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