Andrea Maggi: nel mio romanzo parlo di filosofia e di felicità
Il mio Socrate, il mio nuovo romanzo, nasce da un’esigenza concreta.
Tutto è incominciato da una frase che ho pronunciato in classe ormai un paio d’anni fa.
Non ricordo a proposito di cosa, ma non importa.
“Ragazzi, bisogna prenderla con filosofia”.
Un’alunna ha alzato la mano e mi ha chiesto: “Prof, cos’è la filosofia?”.
“La filosofia” ho risposto un po’ frettolosamente “è una materia di studio”.
“Come la matematica?”
“Come la matematica”.
“E cosa si studia, se si fa filosofia?”
Bella domanda. Un matematico studia i numeri. Facile da spiegare a un’alunna di terza media. Ma il filosofo?
“Tu credi nel destino?”, ho chiesto alla mia alunna.
“No.”
“Dunque sei epicurea.”
“Epi… cosa?”
“Epicurea, seguace di Epicuro, un filosofo che negava che gli dei regolassero la vita dell’uomo e della natura. Questo modo di vedere le cose determina un’interpretazione della vita e del mondo molto precisa, opposta a quella di chi afferma, al contrario, che gli dei condizionano la vita degli uomini.”
“Quindi la filosofia è una religione?”
“Non direi. È lo studio del pensiero. La parola “filosofia” viene dal greco “philos”, amante, e “sophia”, sapienza. Un filosofo è un amante del sapere.”
“Significa che vuole saperne sempre di più?”
“Esatto.”
“Di cosa?”
“Di tutto.”
Un altro alunno ha alzato la mano: “Io vorrei sapere come si fanno i soldi”.
Molti hanno annuito.
“Allora devi studiare marketing” gli ho risposto io.
“La filosofia non fa fare soldi?”
“Non è nata per quello.”
“Allora per me è inutile“ ha sentenziato l’alunno.
“Il tuo scopo nella vita è fare soldi?”
“Sì.”
“Perché?”
“Perché coi soldi puoi fare quello che vuoi.”
“E tu cosa vuoi?”
“Non lo so, comprarmi tante cose.”
“Cosa vorresti comprarti?”
“Che ne so? Una villa con piscina, due Lambo, tre Ferrari, gioielli…”
“Perché?”
“Perché sarei felice.”
“Credi che la filosofia non possa renderti felice?”
“No, se non mi fa diventare ricco.”
Prima di andare avanti, ho fatto un bel respiro. “Molti modelli di successo che si impongono nella nostra società fanno sfoggio della loro vergognosa ricchezza e, in parallelo, del loro scarso livello di istruzione, come se le due cose fossero strettamente connesse. Però, nella stragrande maggioranza dei casi, questa connessione è una bugia bella e buona.”
“Come, una bugia?”
“Ti fanno credere che lo studio è solo una perdita di tempo, così tu resti ignorante e così ti fai prendere in giro da loro. Il sapere, la cultura, e anche la filosofia, per questi furbi rappresentano una minaccia.”
“Perché?”
“Perché sono l’antidoto contro ogni forma di tirannia.”
“Quindi la filosofia serve a sconfiggere i tiranni?”
“Anche. Ma soprattutto serve a spiegare il mondo al di fuori di te e quello dentro di te.”
Per quanto sia la materia astratta per eccellenza, la filosofia oggigiorno è l’esigenza più concreta per i giovani, ma anche per gli adulti. È un vaccino contro l’individualismo, l’incomunicabilità, le fragilità e le insicurezze che attanagliano la vita di tanti giovani e di tanti adulti che sono rimasti intrappolati nel guscio di una solitudine infrangibile. La filosofia è anzitutto dialogo; e se stai dialogando, significa che non sei solo. La filosofia difende la forza delle idee contro le idee imposte con la forza. La filosofia non teme diversità di vedute né opinioni contrastanti, perché è di queste che si alimenta e proprio da esse trae la sua linfa vitale.
Da tutto questo è nato questo romanzo. Il mio Socrate è la storia di una quattordicenne arrabbiata con il mondo di nome Veronica, per tutti “Vero”, che un giorno conosce per caso un “boomer” un po’ strano con cui inizia a discutere di questioni molto importanti come il bene e il male, l’amore, la giustizia, l’ingiustizia, il sapere, la verità. Questo vecchio, all’apparenza un po’ suonato, dice di chiamarsi Socrate, come il grande filosofo ateniese del V secolo a.C.
Veronica è lo specchio dei nostri giovani, smarriti in un mondo che da un lato pretende di controllarli ossessivamente, mentre dall’altro li abbandona alla deriva, senza alcun valido punto di riferimento. Socrate rappresenta l’unica salvezza, il tafano che ci impedisce di arrenderci alla deriva delle insicurezze in cui vaghiamo come naufraghi. Socrate ci invita a riflettere sul senso della nostra vita, che è scolpito nel motto: “Conosci te stesso”.
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