Ritorno in Puglia, il romanzo di Marco Ferrante

Ritorno in Puglia, il romanzo di Marco Ferrante

Questo è, innanzitutto, un romanzo d’amore.

 

L’amore di Bernardo Bleve per la sua terra, la Puglia, dove le gesta degli eroi greci giunti per mare si mescolano con i secoli bui della storia, e per il suo lavoro, la conduzione di una grande azienda agricola familiare.

 

L’amore di Bernardo ed Elena per i loro figli Gelasio, Pietro e Francesca, che sono anche figli di un mondo più vasto dove scegliere vite diverse. L’amore che sarà capace di riportare Pietro a casa: anche la Puglia sta cambiando e tra gli ulivi è possibile incontrare giovani donne venute da lontano, come Aurora, nata in Albania...

 

Questo è poi un romanzo sulla colpa: “non sappiamo mai veramente quanto male abbiamo fatto agli altri” anche quando eravamo mossi dalle migliori intenzioni. Alla fine degli anni Novanta, per riparare una colpa non sua ma degli italiani tutti – un fatto di cronaca incredibilmente dimenticato, l’affondamento della loro nave Kater Rades nel canale di Otranto, causato dallo speronamento di una motovedetta italiana, che causò la morte di 81 persone –, Bernardo Bleve accoglie due famiglie di profughi albanesi. Sospesi tra un passato lasciato al di là del mare e il futuro che si apre in Italia per i loro figli, gli albanesi involontariamente spezzano l’antico equilibrio di un mondo che si credeva innocente.


Questo è inoltre un romanzo sulla generosità, sugli slanci, sulle ipocrisie della borghesia progressista, di cui indaga i moventi più inconfessabili. “Aurora si chiedeva perché i Bleve fossero così generosi. Non era necessario, dopotutto. Percepiva la loro necessità di sentirsi altruisti, comprensivi, moderni, caritatevoli. Un riflesso narcisistico.”


Questo è, infine, un romanzo sulle illusioni, che possono sostenerci per una vita intera oppure farci imboccare la strada sbagliata, e quando ce ne accorgiamo è troppo tardi.


Con una scrittura morbida eppure precisissima, capace di grandi campiture come dell’analisi spietata di singoli dettagli rivelatori, Marco Ferrante scrive un libro che si legge come una saga familiare ma ha la densità di una tragedia, nelle cui maschere eterne tutti, con inquietudine, ci riconosciamo.

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