Romanzi storici

Carlo Vecce racconta Leonardo da Vinci

Carlo Vecce racconta Leonardo da Vinci

È da molti anni che ascolto la voce di Leonardo, perdendomi nel labirinto dei suoi manoscritti e delle sue visioni. È bello ascoltarla. Una voce calda, tranquilla, che ama raccontare storie e favole di animali con lo stesso tono con cui descrive i fenomeni della natura, e poi improvvisamente si innalza all’incanto della poesia e ti fa restare a bocca aperta di fronte alle meraviglie del creato, o si abbandona all’ira, al sarcasmo, al pessimismo, ferito dalla malvagità e dalla follia degli uomini.

 

Una voce personale, privata, talvolta così intima che ti fa quasi vergognare d’aver spiato nel suo mondo interiore.

 

Credo che, fin dall’inizio, era la sua avventura umana ad attirarmi, la storia dell’uomo tra gli uomini. Una storia così grande che, anche quando credi di averla abbracciata nella sua interezza, ti accorgi che hai abbracciato un’ombra, mentre la vita, quella vera, fugge via. E così sei costretto ogni volta a tornare nel labirinto a inseguire i dettagli più minuti, nell’illusione di afferrare la sua mano e di tenerla stretta, prima che svanisca un’altra volta: scritture e riscritture, cancellature, segni grafici apparentemente senza senso, eccetera, nomi di luoghi e di familiari e amici e allievi, date e segni del tempo, elenchi di libri e di cose, liste della spesa quotidiana, conteggi di soldi, ricordi e confessioni, trionfi e sconfitte.

 

E poi, è arrivata lei, Caterina. Sua madre, la meravigliosa ragazza nata sulle montagne del Caucaso, e precipitata nel cuore del nostro Rinascimento. È lei che illumina tutta la vita di suo figlio, e che ci avvicina a lui in una dimensione compiutamente umana, e ci fa comprendere che il mistero della sua opera è fatto non di enigmi insondabili e oscuri ma dei semplici e immensi misteri della vita: amare, nascere e far nascere, soffrire e gioire, vivere e morire. La storia di Caterina, strettamente intrecciata a quella di Leonardo, è una storia di sofferenza e di dolore, di speranza e di libertà. È la storia della donna che, ultima della terra, ha dato alla luce il più grande genio dell’umanità.

 

In fondo, non è altro che una storia d’amore, quella tra una madre e il suo bambino. La storia di una separazione, e di una perdita.

 

Quanti miliardi di storie così, e ognuna è unica e irripetibile e meravigliosa. La storia di ognuno di noi. E lui, il bambino, spenderà la vita intera per cercare di ritrovare lei, per recuperare qualcosa dalla profondità del suo cuore. La carezza di una mano, la luce di un sorriso.


Carlo Vecce

Accademico dei Lincei, studioso della civiltà del Rinascimento, si è dedicato soprattutto alla figura e all’opera di Leonardo da Vinci

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