Salvatore Vitellino e la sua canzone dei cuori felici
Dopo il successo del suo primo romanzo per ragazzi Un anno da nabbo, Salvatore Vitellino torna con La canzone dei cuori felici. Un romanzo intenso e emozionante, nel quale Diana, la giovane protagonista, si confronta con difficoltà e delusioni mentre intraprende il delicato percorso che porta dall'infanzia all'età adulta.
Ne abbiamo parlato con il suo autore.
Hai scritto un libro che tocca tantissimi temi. Cominciamo dall’amicizia, in particolare quella tra una ragazza di 13 anni e un vecchio professore di Filosofia. Cosa li unisce?
Il fatto che non si fermano alla superficie delle cose.
La loro è un’amicizia perfetta. Aldo, il professore, può insegnare a Diana come osservare, come organizzare i suoi pensieri disordinati, può darle una guida con le risposte della filosofia che Diana non avrebbe mai scoperto da sola perché troppo lontane dal suo mondo. Da parte sua Diana può aprirsi completamente con Aldo e scoprire il piacere di ragionare sulla natura dell’amore, dell’amicizia, sulla bellezza di raccontare la vita attraverso la scrittura. E tutto ciò non può farlo con i suoi coetanei.
Invece con i suoi genitori Diana ha un rapporto un po’ complicato…
Sì, perché scopre che il padre da due anni tradiva la madre e mentiva. Questa scoperta e il divorzio dei genitori le fanno crollare le certezze sulla famiglia come luogo di protezione dove non può esistere la menzogna. Capisce che gli adulti cambiano nel tempo, che l’amore è fatto anche di soddisfazione di bisogni egoistici. Tutte queste cose fanno capire a Diana che “è quando capisci che non si torna più indietro, e che le cose brutte accadono, è in quel momento che la tua parte piccola muore”. Crescere è doloroso, e questo la rende anche un po’ cinica.
Il tuo libro dunque parla anche d'amore?
Il libro dimostra che ci sono tante forme di amore. Il padre giustifica le sue scelte dicendo a Diana che l’amore scatta quando troviamo un altro che soddisfa tutti i nostri bisogni interiori. Ma se le persone cambiano e uno non soddisfa più i bisogni dell’altro allora l’amore diventa sacrificio e perde valore. Diana ammira la natura dei cani che danno amore incondizionato. Aldo le racconta dei miti sulla nascita dell’amore, tra cui quello per cui cerchiamo la nostra metà perché vogliamo sentirci completi come quando eravamo un tutt’uno.
Musica e scrittura giocano un ruolo essenziale nella storia. Ci spieghi perché?
Scrivere un romanzo è come comporre una partitura: personaggi e strumenti hanno caratteri diversi e insieme risuonano in una sinfonia di destini. La nostra storia personale nasce dalla relazione con la musica dei cuori degli altri. Dobbiamo solo sapere captare la musica inafferrabile dei sentimenti.
Inoltre lo definisco “un romanzo con colonna sonora”: invito il lettore ad ascoltare le canzoni che compaiono nel testo in modo da avere una immedesimazione emotiva totale con i personaggi. Come in un film con una propria colonna sonora.
Tra i personaggi del libro ce ne è uno a quattro zampe…
Kia, che alla fine insegna a Diana una lezione bellissima. Per lei ogni giorno è una festa, può ripetere in eterno la sua routine di coccole, Kia trasmette a Diana la sensazione di dare energia e amore a tutto il mondo: più dai, più ti senti pieno. Malgrado le delusioni che faranno crescere Diana, Kia le insegna una cosa che solo i cani e i bambini hanno: la fiducia nella vita che si rinnova ogni mattino con meraviglia; fiducia e meraviglia che crescendo spesso si perdono.