La Sardegna di Offeddu si spalanca al mondo come il cuore della sua protagonista: Istella mea
Un libro dentro cui cadere, come in un sogno
Una donna affascinante e potente come un buco nero, che risucchia dentro di sé il buio e la luce.
Una ragazzina armata solo del proprio amore.
Un duello lungo una vita intera.
Il grande amore tra un ragazzo capace di alzarsi in volo e una bambina dagli occhi puri.
Un romanzo originalissimo, pieno di avventure e di magia.
Martino è il ragazzo delle magie, quello che sa far apparire quadrifogli e coccinelle, che sa vedere il mare oltre le nuvole, e vive con una nonna misteriosa e affascinante, Jaja, capace di incantare chi la ascolta con i suoi racconti: per Rechella, che ha solo tredici anni e viene da una famiglia di pastori, frequentare la loro grande casa è come un sogno, e quello per Martino un amore assoluto. Ma la vita li separa nel modo più improvviso e terribile. E Rechella intuisce con terrore che Jaja non è estranea alla tragedia che le ha tolto Martino... Comprendere che cosa davvero sia successo le richiederà un’indagine fuori e dentro di sé lunga una vita intera, fino alla resa dei conti: perché Jaja è una sùrbile, una vampira che succhia le energie e la luce di coloro che ama per sentirsi potente, e solo il coraggio e la limpidezza di Rechella possono fermarla. Dalla Sardegna – terra di antiche leggende, di vento e cavalli al galoppo – fino all’Argentina della dittatura e della melancolía, Istella mea racconta la storia di due donne indomite che portano in sé il buio e la luce, canta la potenza dell’amore e i mari sconfinati della malinconia, mescola realtà e magia come accade solo quando permettiamo all’amore di stravolgere le nostre vite.
«Ti ho aspettato una vita, Martino, mentre la gente continuava a passarmi davanti, ad andare e tornare, a morire; ti ho cercato in ogni crepa della mia stupida continuità, in ogni sogno; ti ho ritrovato sulla soglia della vendetta.»
Il romanzo
Ci sono incontri che cambiano per sempre il corso delle nostre vite. Per Rechella, che è bambina nella Nuoro dei primi anni Sessanta, l’incontro è quello con Martino e con la nonna che lo ospita dopo che i suoi genitori lo hanno abbandonato. Martino è un ragazzino dalla fantasia fervida, popolata di visioni tanto potenti da consentirgli di alzarsi in volo e spingerelo sguardo là dove le nuvole si fanno mari tempestosi; ma ancor più speciale di lui è sua nonna Jaja, donna rispettata e temuta, capace di aprire varchi nel tempo e nello spazio, di narrare storie che paiono vive, di conoscere i segreti di ciascuno e plasmarli come fa con le erbe e i sapori nella sua grande cucina. Rechella è tanto innamorata di Martino quanto affascinata da Jaja, fino a che una terribile tragedia non cambia il corso delle cose, costringendola ad aprire gli occhi: Jaja è una sùrbile, una donna che succhia le energie di chi più ama per accrescere la propria vitalità immensa. Per Rechella la sola possibilità di sottrarsi a Jaja è partire, andare per il grande mondo, dove incontrerà altri personaggi straordinari che la accompagneranno nel lungo viaggio alla ricerca di quella luce che nemmeno il potere della sùrbile potrà spegnere.
Ma chi sono le sùrbile?
Presenti nell’immaginario sin dall’epoca preromana, le sùrbile devono il loro nome al verbo latino che esprime l’atto del sorbire: perché le loro labbra succhiano il sangue dei neonati... Secondo la leggenda infatti le sùrbile sono donne morte di parto, che non si danno pace e per placarsi hanno bisogno di suggere la vita delle creature inermio di quelle che amano nel modo più puro. Le sùrbile inoltre non sanno contare oltre il numero 7: se la sùrbile trovasse una porta sigillata con la cera vergine oppure dei chicchi di grano o una falce dentata, sarebbe presa dall’istinto di contare e non riuscirebbe ad andare oltre il 7 – che in Sardegna possiede una fortissima valenza magica – ricominciando da capo fifino all’alba che dissolve ogni incubo...A una fanciulla molto pallida tuttora si dice: “Paridi sutta de sùrbiles”, pari succhiatada una sùrbile.
L'Autore
Ciriaco Offeddu (1948) si è laureato in Ingegneria Elettronica all’Università di Pisa ed è stato manager di grandi società multinazionali.Come consulente strategico, advisor fifinanziario e imprenditore prosegue oggi la sua attività con focalizzazione sull’Asia. Ha conseguito un master in Creative Writing alla City University di Hong Kong, ha prodotto e diretto documentari distribuiti nel mondo, ha scritto in inglese e in italiano saggi, articoli e romanzi. Collabora con diversi quotidiani nazionali.
Barigada si c’est s’istella mea,pro cussu s’est su logu iscurigadu... Svanita è la mia stella,e per questo il mondo si è oscurato...
da una poesia del bandito sardo Bachisio Bachis Sulis
Da leggere perché
Dal romanzo
“Dove sei?” avevo chiesto mentre un’altra lampada si spegneva nell’androne. Sentivo un brivido freddo, ma non posso negare che la sua voce portasse con sé un misterioso piacere: non ero più sola, Jaja era tornata, io avevoil mio nemico da combattere e una ragione per vivere.
Non sa cosa sia, se l’inferno o il paradiso, ma da piccola vi ha camminato per giorni e giorni, in sogno, tra ciuffiffi d’erba bianca, piante albine di elicriso, dune di sabbia e una silenziosa cascata, oh sì, la ricorda bene. È l’inizio del tempo, la solitudine che non porta ansia ma pace,è il rifugio della sua anima. Qui non c’è il potere che flfluttua e ribolle nel buio, ma l’eternità luminosa, il premio.
Non lasciare niente in banca, Reche’. Vendi la casa e investi tutto, mettiti alla prova senza dimenticare il passato. La vendetta o la giustizia, chiamala come vuoi, richiede studio, tempo e passione.
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